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RISCHIO «Mi piace scrivere versi che hanno più interpretazioni»

Rischio di nuovo in pista, con un pezzo dal titolo “09/15” che ha generato opinioni contrastanti. Anche noi siamo finiti nel tranello: il primo ascolto, infatti, ci ha deluso. Salvo fare rapidamente marcia indietro: il brano funziona alla grande, non è immediatissimo, ma ha personalità e la presenza di Achille Lauro non è la classica comparsata.

Il nuovo brano mischia il tuo classico stile a sonorità attuali, verrebbe persino da dire “alla moda”. 

«E’ un pezzo che ho scritto l’anno scorso, molto personale, che racconta molto di me e che spero possa ispirare chi ascolta a sentirci qualcosa di sé. Per quanto riguarda il beat, avendo già il testo, abbiamo lavorato con Davide Ice per cercare un tappeto che esaltasse le parole e creasse una base di tensione emotiva, il bpm poi oltre i suoni sicuramente rende più attuale il tutto. Il pezzo lo pensavamo finito, poi l’ho fatto sentire ad Achille che si è innamorato del brano e in un paio di ore in studio è venuto fuori il suo ritornello».

Il testo mette assieme parole e concetti in contrapposizione fra loro: amore-nemico, paradiso-inferno, fragilità-crudeltà. 

«Il pezzo come ti dicevo nasce da considerazioni personali sugli ultimi anni in cui la mia vita è cambiata molto sia a livello familiare che personale/lavorativo. Tra l’impegno che ho messo per la crescita di 5tate of Mind e la perdita dei miei, due anni fa. La mia scrittura poi poggia parecchio sugli opposti come forze che creano la vita e le sue contraddizioni, per questo mi piace scrivere versi che hanno più interpretazioni».

Mi incuriosisce molto questo verso: “…se qui ognuno vede un nemico dietro e sembra sia vero”. Ha un significato particolare?

«Nasce dalla paura per il terrorismo, dalla situazione storico-economica e sociale. Parla della spinta all’individualismo, il verso dopo infatti dice: “…come una guerra di mercato e non ti credi implicato davvero”».

Su YouTube il pezzo ha diviso. Completamente. Sei uno che legge i commenti sotto i video? 

«Certo che per curiosità li leggo e un po’ mi faccio delle gran risate e un po’ mi inquieto, ed è un discorso che potrebbe diventare ampio legandolo al concetto che internet è diventato uno sfogatoio moderno degli istinti e delle repressioni, un po’ come un Colosseo. Fino ad arrivare al fatto che molta gente non ha gli strumenti per interpretare neanche la realtà. Io ho sicuramente uno stile che non è categorizzabile da chi mi ascolta per la prima volta e non ha una gran cultura di genere, quindi immagino ci voglia un po’ a digerirmi per certa gente. Poi – se la ride – molti sono ragazzini fan di Lauro incazzati perché ha fatto solo il ritornello».

Si vede all’orizzonte un nuovo disco? Ti sei dato delle scadenze?

«In realtà ho molti pezzi da parte a cui ho lavorato in questi anni, e non ho fatto uscire nulla per gli impegni e i problemi che ti dicevo in precedenza. Intanto farò uscire un po’ di cose con l’aiuto di Propaganda Records e James di Honiro, per preparare il terreno a 2/3 lavori che pubblicherò durante l’anno. Man mano che verranno fuori altri pezzi comunicheremo i passi. Per ora non ho date ma spero a breve di fare uscire un altro brano con Er Costa ed Egreen».

Il feat. con Achille Lauro com’è nato?

«Come ti dicevo è un pezzo nato in studio facendo ascoltare ad Achille i nuovi brani. Io sono un suo fan dai tempi di “Motorini” e ho sempre apprezzato il suo gusto per l’eccesso e la sua capacità di evolversi ad ogni lavoro. Volevo fare qualcosa con lui e gli avevo proposto un altro pezzo, ma poi, passato in studio, gli ho fatto sentire le cose a cui stavo lavorando e si è innamorato di questo brano».

Che momento è, quello attuale, per il rap italiano?

«Apprezzo molti dei nuovi ragazzi che sono usciti nell’ultimo anno, c’è una bella energia nell’aria. Sicuramente le cose iniziano a suonare bene e c’è molta ispirazione dalle cose che vengono dall’estero, però vedo anche una buona parte di originalità nell’approccio. Ora poi girano molti più soldi e questo accelera la corsa, mentre magari qualche anno fa ho visto perdersi talenti per strada perché sembrava tutto più difficile».

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