Cinema2019

ESCAPE ROOM Adam Robitel

escape room

Subito le cattive notizie: il film, finora, ha incassato dieci volte ciò che è costato e a quanto pare nel 2020 arriverà pure un sequel.

Ma veniamo alla recensione, anche se di questo “Escape Room” non è che ci sarebbe granché da dire. Possiamo però partire da una considerazione: non basta prendere due film di successo, maneggiarci sopra e confezionare una pellicola decente. L’opera diretta da Adam Robitel non è altro che una rivisitazione di “Cube” e di “Saw”, ovviamente nelle loro prime versioni. La fuga e gli enigmi sono gli strumenti usati per tenere sulla corda lo spettatore, e a onor del vero per trequarti d’ora la magia funziona, ma la seconda parte è un continuo scivolare verso il baratro della banalità, vanificando tutti gli sforzi iniziali.

La trama. Una studentessa di fisica, un magazziniere, un trader, una veterana di guerra, un camionista e un appassionato di escape room ricevono inviti per un gioco, con la possibilità di vincere $ 10.000. Si riuniscono nella sala d’aspetto dell’azienda che li ha contattati e sono rinchiusi all’interno: il gioco è già iniziato. Cercando indizi, attivano involontariamente le trappole e da lì in avanti tutto sarà abbastanza scontato.

Il cast è di Serie B, l’estetica non è malaccio (molto curate le ambientazioni interne), montaggio senza infamia e senza lode e sceneggiatura che prova a creare un misero colpo di scena nel finale. C’è chi ha definito “Escape Room” un thriller psicologico: ci vien da ridere…

In conclusione: una pellicola da evitare.

Review Overview

SCORE - 4

4

Pulsante per tornare all'inizio