STRANGE BUT TRUE Rowan Athale
Ci piacciono sempre questi film che partono per essere una cosa e poi strada facendo diventano altro. E anche il trailer è intelligente, perché tiene nascoste le sorprese.
Il film è l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di John Searles. E pur non disponendo di grossi mezzi, fa la sua degna figura, perché tutto funziona (dal cast al montaggio) e si arriva all’ultima mezz’ora della visione incuriositi dall’evolversi delle situazioni. Il finale – anche se scontato – non fa deragliare il giudizio: “Strange But True” è un buon film, un thriller che rimanda alla lezione di Hitchcock.
La trama. Dopo il ballo di fine anno, Melissa (Margaret Qualley) e Ronnie (Connor Jessup) trascorrono una notte romantica insieme. In seguito, però, i due hanno un grave incidente d’auto e il ragazzo muore. Cinque anni dopo la tragica morte, Melissa si presenta a casa della famiglia del ragazzo incinta di quasi nove mesi e convinta che il suo bambino sia di Ronnie. E’ stata con un solo uomo nella sua vita e quello era Ronnie; per lei, questa è l’unica spiegazione.
Margaret Qualley è la figlia dell’attrice Andie MacDowell e fa un’ottima figura: la ragazza ha espressività e sa tenere la scena. Il migliore però è l’attempato Brian Cox.
Tutto è costruito per accompagnare lo spettatore alla soluzione dell’enigma e alla fine non restano zone d’ombra. Insomma, una pellicola “commerciale” ma creata per destare interesse anche nel pubblico più esigente.