MICHELLE LILY Da New York all'Italia per inseguire il sogno dell'hip hop
La prima cosa che ti chiedo è una curiosità sul tuo percorso artistico, visto che si sa poco: nata a New York, sei poi arrivata in Italia nel 2007. Perché la strada inversa rispetto a tanti che invece sognano gli States?
«L’Italia è un Paese molto bello. Sono sempre stata affascinata dall’Italia, fin da piccola. Naturalmente amo anche molto New York, ma il mondo è grande e credo che nessuno dovrebbe bloccarsi nel Paese dove è nato. Ogni cultura ha qualcosa da insegnarti, e se sei un’artista, viaggiare ti ispira a creare buona arte. Lo so, agli italiani può suonare assurdo il mio percorso e l’idea che un’americana si sia trasferita in Italia da New York per fare musica, ma per me è successo tutto in maniera naturale».
Cosa ricordi di quel periodo nel dettaglio?
«Sono venuta in Italia per passare soltanto un’estate. Nel mio ultimo giorno, totalmente a caso, ho conosciuto Mondo Marcio. Mi ha sentito cantare, e subito mi ha proposto di produrmi un album. Dovevo tornare a New York il giorno dopo, Pras Michel dei Fugees mi aspettava perché in teoria avrebbe dovuto produrre il mio nuovo cd, ma qualcosa mi ha spinto ad accettare la proposta di Marcio. Se fossi ritornata a New York, sarei diventata una cantante R&B come tante altre ragazze lì. Non c’era alcuna sfida artistica in quel percorso. Questo è accaduto nel 2007 e il mio disco è uscito poi nel 2009. Il pensiero di un’americana arrivata in Italia per fare musica hip hop ancora oggi è assurdo per molti, ma a me questa sfida è piaciuta fin da subito».
Le donne che usano soltanto il loro aspetto fisico per ottenere successo sono più facili da distruggere per gli uomini, se invece scoprono che dietro una bella faccina c’e anche un cervello, allora ti rispettano, e ti sostengono pure
Che mondo è, quello della musica in Italia? C’è maschilismo?
«La musica in Italia funziona uguale come in tutto il mondo. L’industria è difficile, devi farti il culo sperando che qualcuno ti possa notare a tal punto da reputarti brava, e poi quando arrivi al successo niente è garantito».
Essere belli non aiuta?
«Bella o non bella, ogni giorno è una montagna russa. Certo, la bellezza aiuta a farti notare, ma poi devi avere il talento, la grinta e la determinazione per meritare il tuo posto. Non bisogna mai fermarsi, perché se ti fermi, cadi giù. Maschilismo? Un po’ c’è, soprattutto in un mondo, quello dell’hip hop, dove le donne sono poche, ma il segreto è usare il cervello. Le donne che usano soltanto il loro aspetto fisico per ottenere successo in questa industria, sono più facili da distruggere per gli uomini, se invece scoprono che dietro una bella faccina c’e anche un cervello, allora ti rispettano, e ti sostengono pure».
Come sei arrivata a scrivere i testi per Ilaria e Lorenzo Fragola di “X-Factor” 2014?
«Qui in Italia l’industria musicale è abbastanza piccola. Tutti si conoscono. Chi lavora con loro mi conosceva artisticamente e, apprezzandomi anche come cantautrice madrelingua americana, mi ha chiesto di venire in studio per lavorare con i ragazzi. Non posso prendere tutto il merito del risultato finale, perché in generale i brani sono stati scritti dai ragazzi. Io ho soltanto aiutato con i testi in inglese. Ho cercato di capire ciò che volevano dire nelle loro canzoni, e ho consigliato che parole usare. E’ stato un bellissimo lavoro di squadra. Un collaborazione davvero piacevole».
Quella di autrice pensi possa essere una carriera gratificante per te, Michelle?
«La mia attenzione è, e sarà sempre, verso la mia carriera da cantante, ma mi diverto anche a scrivere. Ho sempre scritto le mie canzoni, ma se dovessero capitare ancora occasioni come quelle già nate, allora non mi tirerò di certo indietro, ma sempre come una cosa in più, perché la mia carriera musicale viene prima di tutto».
Hai collaborato a progetti dance e hip hop. In quale ambito ti trovi più a tuo agio?
«Arrivando dal Queens, New York, ho proprio l’hip hop nel sangue. Mi piace anche la musica dance, ma è una cosa che ho scoperto soltanto quando mi sono trasferita in Italia. L’hip hop invece è una cosa che ho dentro di me fin dalla nascita. Non significa che vorrei soltanto e sempre cantare musica hip hop, ma sarà sempre una parte di me, e continuerà a essere il mio genere preferito, anche se mi piacerebbe ovviamente provare altre cose. Ad esempio una ballata con il piano per far sentire la mia vera voce».
Visto da dietro le quinte, cos’hai scoperto di “X-Factor” 2014? E’ come lo immaginavi?
«E’ stata una sorpresa scoprirlo dal vivo esattamente come lo si vedeva in tv. Tante volte i programmi televisivi fanno vedere un lato e poi dietro le quinte le cose sono diverse. In questo caso non ho visto finzione. Questi ragazzi avevano un vero talento, hanno lavorato forte per rimanere in gara, ed i giudici hanno partecipato emotivamente ai loro successi e alle loro sconfitte».
L’ambito televisivo ti affascina?
«Certo che mi affascina. Ho lavorato su Hiphoptv come VJ per circa 3 anni. L’esperienza ha lasciato un segno nel mio cuore. Poi questo giugno ho avuto l’opportunità di essere ospite di Piero Chiambretti al programma “Chiambretti Supermarket”. E’ stata un’esperienza da favola. Mi piacerebbe fare più cose in tv».
Playboy? Mia mamma è salita sulla Luna dalla gioia quando l’ha scoperto. Tiene sempre una copia nella sua borsa da far vedere a tutti, vicini, amici, commesse al supermercato, è quasi imbarazzante, ma le mamme sono così
Sei finita di recente su Playboy. Per molte donne dello spettacolo, quelle pagine hanno sempre rappresentato un punto di arrivo. Per te?
«Hai proprio ragione. Ringrazierò sempre Playboy per l’opportunità che mi hanno dato. E’ vero quello che dicono: Playboy è veramente un trampolino di lancio. Ho notato una differenza nella mia carriera grazie a loro. Sono sempre stata affascinata dalle pagine di Playboy. Mia mamma quando ero piccola mi diceva: “Tutte le donne più belle e famose del mondo sono state sulle pagine di Playboy”. E quelle parole mi hanno sempre fatto sognare. Sono sempre stata determinata a essere un giorno una di quelle donne, ed oggi sapere che sono riuscita a realizzare questo sogno è bellissimo, è gratificante. Mia mamma è salita sulla Luna dalla gioia quando l’ha scoperto. Tiene sempre una copia nella sua borsa da far vedere a tutti, vicini, amici, commesse al supermercato, è quasi imbarazzante, ma le mamme – sorride – sono così».
Nel tuo nuovo singolo “Haterz” te la prendi con coloro che ti criticano per il tuo modo di vestire sexy. Credi che in Italia sia una colpa essere belli e mostrarsi belli?
«Nel mio nuovo singolo “Haterz” me la prendo con tutte le persone che criticano me e gli altri. Non è necessariamente una canzone puntata verso chi mi critica per il mio modo di vestire sexy. Quello è solo un esempio. Ci sono tante altre cose che le persone criticano. Purtroppo ci sono tanti “Haterz” in questo mondo. L’importante è non prendere ciò che dicono seriamente. Nella canzone dico che alle fine bisogna non ascoltarli, ma lasciarli parlare. Bisogna girare la ruota a tuo favore perché non esiste pubblicità negativa. L’importante è essere sempre positivi. Insieme a questo singolo ho lanciato una campagna “Haterz vs. motivHaterz” insieme a Viesse Auto e Tazzari EV, per stimolare la gente e i ragazzi di oggi a essere un “motivHater”, cioè brave persone. Fare del bene al mondo è la cosa più gratificante che possa esistere. Gli “Haterz” possono sparlare, ma se dai il massimo, allora che problema c’è? Bisogna essere sempre fieri del proprio percorso».
Permettimi di tornare al discorso dell’apparire sexy. L’altra faccia della medaglia, però, non è… attrarre persone con doppi fini?
«Certo. Purtroppo ci sono tante persone indecenti in questo mondo. Ogni tanto taluni si propongono in certe maniere, o ti scrivono delle cose veramente assurde. Io cerco di essere sempre rispettosa verso tutti, ed in una maniera gentile dirgli “no, grazie”. Anche se essere indifferenti, a volte, fa più che mettere benzina sul fuoco».
Cos’è la bellezza per te e quanto è importante per te, Michelle?
«La bellezza è ciò che uno si sente dentro. Chi siamo noi per definire cos’è la bellezza? Magari ciò che potrebbe essere bello per me, potrebbe essere brutto per un’altra persona. Per me la bellezza è un feeling più che un aspetto. Ci sono giorni quando mi sveglio e mi guardo allo specchio, che dico “…oh mio Dio quanto sono brutta oggi” e vorrei rinchiudermi in casa sotto le coperte per tutto il giorno. Poi ci sono i giorni che al contrario dico “…wow che bella che sono”. Ovviamente sono sempre la stessa persona, ma in diversi momenti il mio cervello mi auto convince di essere bella o brutta. Questa è la prova che la bellezza è prima di tutto un’attitudine».