Cinema2019

GLI UOMINI D’ORO Vincenzo Alfieri

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Gli uomini d’oro” è l’emblema dello stato attuale (?) del nostro cinema italiano: storie che sono storielle, i soliti attori che si girano le parti di film in film e l’incapacità ormai cronica di strappare un sorriso con qualcosa di davvero originale. Insomma, male.

La trama. Il film è ispirato a un fatto di cronaca avvenuto a Torino nel 1996. Luigi (Giampaolo Morelli) è un impiegato delle poste che si vede sfumare davanti agli occhi l’agognata pensione anticipata a causa della riforma Dini. Decide quindi di vendicarsi e organizzare con i suoi colleghi una rapina al furgone portavalori che ha guidato per tutti quegli anni, ma l’ingresso di alcuni criminali nel piano complica le cose.

Morelli non lascia il segno, stesso discorso per l’anonimo Edoardo Leo nei panni de Il Lupo. A Gian Marco Tognazzi il ruolo dello strozzino sta stretto, nel senso che non fa nulla per farlo apparire minimamente vero. Ma è Fabio De Luigi l’anello debole del cast: credibilità del personaggio a zero, interpretazione caricaturale e una presenza scenica appena sufficiente. Salviamo dal naufragio Giuseppe Ragone e un pochino Mariela Garriga nei panni della Vamp. Salviamo anche le grafiche del film.

La regia di Vincenzo Alfieri offre qualche spunto interessante, ma il suo thriller un po’ anche commedia e un po’ anche noir si perde in una narrazione troppo elaborata e in un montaggio frenetico che nel finale toglie il filo dalle mani dello spettatore. Qua e là un po’ di nudo aggratis che con la trama c’azzecca poco o nulla ma che evidentemente – nelle intenzioni – serve per rendere frizzante il contenuto.

Review Overview

SCORE - 5

5

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