TERMINATOR – DESTINO OSCURO Tim Miller
A questi livelli è quasi una rarità imbattersi in film che possono fare sfoggio di una narrazione banale, di un cast male assortito, di una recitazione dei singoli lacunosa e di un doppiaggio pessimo. Una rarità perché nel caso specifico parliamo di un marchio fortissimo e perché il budget usato è stato di 160 milioni di dollari. Una “paccata di soldi” (ipse dixit) veramente male utilizzata.
Questo perché “Terminator – Destino Oscuro” è un film brutto. Con una storia che si trascina lungo un territorio già battuto (il cattivo che insegue i buoni) e con un paio di colpi di scena di una banalità disarmante.
Il film è il sequel diretto di “Terminator 2 – Il giorno del giudizio”, e vede il ritorno come protagonisti di Linda Hamilton e Arnold Schwarzenegger, affiancati da Mackenzie Davis e Natalia Reyes.
Linda Hamilton è quella che offre la prova peggiore e a livello puramente recitativo la sua interpretazione è una Via Crucis fatta di inespressività e battute mal servite. Schwarzenegger sta lì perché un film su “Terminator” lo deve prevedere, ma il suo personaggio è imbarazzante e scontato. Mackenzie Davis è la stangona di due metri che… abbellisce il film, mentre Natalia Reyes è l’eroina ispanica che in tempi di “trumpismo” galoppante aiuta a dare alla pellicola un non so che di “politicamente corretto”. Fine dei giochi. Anzi no, il cattivo della situazione (Gabriel Luna) non si avvicina mai al cattivo del precedente lavoro, ovvero Robert Patrick.
Non ci soffermiamo troppo sulla trama perché oggettivamente è una rivisitazione del mai celebrato abbastanza “Terminator 2”.
In conclusione: un marchio del genere meritava ben altro impegno.